Future Forum 18/11 – Le nuove professioni della cultura e del turismo tra blockchain e realtà aumentata

di Alessandro Cesare

La rivoluzione tecnologica che sta ‘investendo’ il mondo occidentale è destinata a far nascere nuove figure professionali, anche negli ambiti della cultura e del turismo. Il tema è stato affrontato nel corso dell’ultima giornata udinese del Future Forum, in un palazzo di Toppo Wassermann non a caso stracolmo di giovani studenti. «La tecnologia di cui disponiamo – ha spiegato Claudio Giua, direttore If di Pisa e digital strategy advisor di Gedi – insieme al cambiamento nel panorama europeo e mondiale rispetto ai flussi turistici, stanno creando opportunità che prima non c’erano, e di cui i giovani devono essere consapevoli. La cultura, il turismo, le attività legate alla promozione e alla valorizzazione dei nostri beni storici stanno trasformando l’economia del nostro Paese, offrendo nuove opportunità occupazionali alle nuove generazioni. Un tema – ha concluso – che richiede una riflessione adeguata». Una riflessione che Mirko Lalli, ceo di Travel Appeal, ha circoscritto ad alcune delle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale o la blockchain. «Ciò che sta cambiando non è solo il modo di fruire della tecnologia o di internet, ma il modo di fare un’esperienza, e un’esperienza culturale nello specifico. Un processo, quello dell’innovazione tecnologica – ha aggiunto – che non può essere fermato, come ci insegna la storia. Andrà certamente gestito perché qualche posto di lavoro è destinato a sparire, come già accaduto con altre rivoluzioni del passato. Ma sono ottimista, e resto convinto che i posti creati dalle nuove tecnologie saranno di più rispetto a quelli persi».

Nico Pitrelli della Sissa di Trieste ha spostato l’attenzione sulle nuove professioni in campo giornalistico, con particolare riferimento all’impiego di un metodo di approccio scientifico per aumentare la qualità del prodotto giornalistico. «Ad esempio utilizzando metodi di natura statistica e di analisi dati per costruire e diffondere storie in modo più accurato rispetto ai metodi tradizionali – ha reso noto – o ancora utilizzare strategie di software per ottimizzare la visibilità degli articoli sui motori di ricerca. Tutte situazioni – ha rimarcato – che dimostrano come i confini tradizionali della professione giornalistica siano messi sempre più in discussione».

Agostini Riitano, project & cultural manager, si è soffermato sulle caratteristiche e dei profili che le personalità con attitudini culturali dovrebbero avere per approcciarsi nel modo corretto con le nuove professioni in ambito culturale: «Penso al concetto di ‘antifragilità’ tipica di quei soggetti che riescono a prosperare nel caos, o all’etica della capacitazione, cioè alla capacità di non limitarsi all’esigenza dei sistemi ma a quella delle persone. Elementi – ha chiosato – in grado di determinare nuove competenze ad esempio in ambiti di rigenerazione urbana o dell’audience development».