Future Forum 18 / 09 Palmanova Come evolverà l’offerta di siti e musei?

di Giada Marangone

Palmanova, quinto gioiello Unesco del Friuli Venezia Giulia, è stata protagonista di un workshop e di un incontro pubblico focalizzati sulle fruizioni, presenti e future, dei beni artisti e culturali.

Durante il cappello iniziale, il project manager del Future Forum Renato Quaglia, ha posto l’attenzione sui temi dello sviluppo del turismo culturale ed esperienziale, del progresso tecnologico legato alle nuove tecnologie, e come queste tematiche possano rappresentare alcuni possibili sviluppi della proposta culturale diversata.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco della città stellata Francesco Martines e della vicesindaco Adriana Danielis il dibattito è entrato nel vivo grazie alla presenza di due professioniste internazionali.

Studiare i trend, capire chi è il visitatore/il pubblico che fruisce del patrimonio artistico-culturale e offrire un’esperienza diversificata utilizzando anche i nuovi strumenti digitali è stato il centro della testimonianza di Daniela Gorelov-Elasbat, managing director di Acoustiguide IncMadame Tussauds / Merlin Entertainments Group. L’esperta, che lavora in Usa e in Europa, ha posto l’enfasi del suo intervento su come sia «necessario, nella costruzione delle esperienze, creare una connessione diretta tra contenuti e visitatore» e come tali conversazioni possano creare dei ricordi indelebili nel fruitore delle opere.

L’importanza della comunicazione e della connessione tra “musei e persone” sono stati il fulcro dell’intervento di Marlene Marie Dixon, museum blogger, specialista in social media e audience development. Secondo la blogger, i social media legati a siti e musei e gli hashtag (utilizzati sui social come twitter) ampliano la platea e permettono di coinvolgere un pubblico più ampio. L’interazione, intesa come dialogo del pubblico con i musei, sebbene sia un lavoro complesso, deve essere quotidiana. È necessario, secondo Dixon, diversificare i contenuti in base al target di riferimento perché «l’esperienza e la relazione permettono di mettere l’opera in connessione con le persone». Dixon ha espresso l’importanza che un progetto condiviso col committente (pubblico o privato)  sia alla base di un percorso narrativo da intraprendere.

Ilaria D’Uva, socia e amministratore unico dello Studio D’Uva, definita “la signora delle audioguide in Italia” ha rimarcato l’importanza di un dialogo con il committente dell’opera e della sostenibilità di un progetto. Fu proprio suo padre che nel 1959 inventò la tecnologia delle audioguide, installandole dapprima in Duomo di Milano e a seguire in moltissime Chiese del Belpaese. Proseguendo il lavoro del padre, per la D’Uva lo sguardo deve essere rivolto allo storytelling emozionale.

«Il racconto è al centro – ha affermato D’Uva -. Le tecnologie sono strumenti ma il racconto resta il cuore per vivere un’esperienza». Bisogna infatti capire quale progetto narrativo si vuole costruire all’interno del Museo. In Italia esistono molti problemi legati alla mancanza di wifi nei siti storico-artistici e alla mancanza di risorse, economiche o legate alle risorse umane.

«In Italia – sottolinea D’Uva – c’è senso di emergenza incredibile. I committenti hanno poco tempo a disposizione e, come si sa, la qualità di un progetto dipende molto dal tempo a disposizione». Per quanto riguarda i social media l’utilizzo è marginale; molte realtà si affidano ai giovani (per economicità e propensione all’utilizzo degli strumenti) e purtroppo persiste, specialmente da parte dei musei, una comunicazione troppo autoreferenziale e unidirezionale.

Donata Levi, nota critica d’arte, docente di storia della critica dell’arte e museologia del dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale presso l’Università di Udine, ha poi presentato alla platea un prototipo progettuale che l’Ateneo friulano ha diretto, tra il 2007 e il 2010, Infobc, in collaborazione con gli enti istituzionali per il racconto del territorio regionale che utilizza la tecnologia 3D e le digital humanities.

Un’altra esperienza virtuosa del nostro territorio arriva da Friuli Innovazione. Il project manager Saverio D’Eredita ha esposto ai presenti Atlas, finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia 2014-2020 cha ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale dell’area programma  Italia-Croazia, presentando alcune azioni pilota che vorrebbero attuare nel prossimo futuro. Per D’Eredita «Atlas vuole sviluppare quelle economie basate sulla cultura». È infatti uno degli obiettivi di Friuli Innovazione «riuscite a trainare le imprese e gli operatori che operano nel campo dell’economia della cultura nel campo del digitale».