Future Forum 2018/02 Siti culturali e turistici accessibili per tutti

di Alessandro Cesare

Siti culturali e turistici accessibili a tutti. E’ stato il tema della seconda giornata del Future Forum, che ha portato i relatori invitati dalla Camera di Commercio di Udine a confrontarsi su esperienze e progetti innovativi capaci di dare la possibilità a tutti di avere accesso ai luoghi di interesse. Non farlo, come ha messo in evidenza Pete Kercher, di Design for alla Europe, sarebbe uno scempio non solo dal punto di vista umano, ma anche economico: «Il mancato guadagno del turismo mondiale a causa dell’inaccessibilità dei luoghi di interesse è pari a 800 miliardi all’anno, risorse che in buona parte riguardano l’Italia». Un tema che non tocca solo le persone con disabilità, ma anche gli anziani. «Rendere più gradevole e facile l’accesso a un luogo significa renderlo più gradevole e fruibile per tutti. Pensiamo agli anziani, che sono sempre di più nel nostro Paese. Eliminando le loro difficoltà di accesso a determinati luoghi si diminuisce il loro isolamento, facendo così venire meno le difficoltà della vecchiaia». Kercher lega il tema dell’accessibilità a quello della spesa sanitaria: «Aumentare la contentezza dei nostri anziani diminuendone l’isolamento può consentire di ridurre la spesa sanitaria».

Chi già da diversi anni sta lavorando in questo ambito è Paola Visentini del Museo Archeologico di Udine: «Abbiamo ottenuto il finanziamento per un progetto dalla Comunità Europea insieme ad altri 12 partner per migliorare l’accessibilità dei musei piccoli e medi del Centro Europa. Le nostre azioni pilota riguardano il Castello e il Museo archeologico di Udine da mettere in atto attraverso una serie di dispositivi tecnologici insieme a personale appositamente formato». Per quanto riguarda il Castello, si parla di orientamento con l’utilizzo di mappe video o tattili, di nuova segnaletica, di app. «I musei devono essere per tutti, non solo per alcune categorie di persone».

Un altro esempio, in tal senso, è quello portato da Mariagrazia Filetici, della Soprintendenza speciale per i beni archeologici del Mibact. «Già nel 2005 abbiamo iniziato a pensare all’accesso di ogni tipo di pubblico, con le più diverse necessità, in luoghi particolarissimi come le grandi aree archeologiche di Roma e di Pompei, con interventi compatibili per qualità, tecnica, reversibilità e materiali vista le caratteristiche uniche dei beni archeologici interessati». Da qui è nata l’esperienza dei fori romani, dove gli ascensori sono diventati ‘mobili’, come un bicchiere appoggiato su un tavolo, in grado di essere spostati in qualunque momento. «Un buon progetto richiede una buona dose di innovazione, ma anche alto livello di compatibilità con l’ambiente circostante».