Guido Ferradini

Guido Ferrandini Future Forum UdineGuido Ferradiniavvocato, Vice Presidente AGI Toscana.

Si è laureato con massimo dei voti e Lode all’Università di Firenze, ha conseguito il Master of Laws all’Università di Londra, ottenendo il Clive Schmittoff Award. Vanta una decennale esperienza professionale nel settore legale in Italia ed all’estero e si occupa prevalentemente di Diritto del Lavoro, Previdenza Sociale e di tutte le tematiche inerenti i processi di internazionalizzazione delle imprese. Socio fondatore di Keislaw, collabora, come visiting professor con la High School of Economics di Nizny Novgorod nella Federazione Russa. Scrive con frequenza per riviste e quotidiani nazionali. Partecipa di frequente, quale relatore, a convegni ispirato dalla convinzione che il governo della realtà non possa essere lasciata solo agli economisti ma debba prevalere la rule of law.

 Il reddito minio garantito: da utopia ad opportunità?

Il reddito minimo garantito riappare carsicamente nel dibattito politico europeo.

Siamo alla fine della fase utopica e sembrano maturi i tempi di una concreta applicazione.

 

 

 

L’Europa tutta è attraversata da crescenti frustrazioni e preoccupazioni riguardo alle prospettive di vita incerte, alla disoccupazione, alla disuguaglianza crescenti ed alla mancanza di opportunità lavorative, con specifico riferimento ai più giovani. Le cause sono note: globalizzazione, finanziarizzazione dell’economia, avvento dell’era dei robot.  Ci si domanda quali possono essere le soluzioni affinché il futuro non risulti quello descritto nel film Elysium di Neil Blomkamp.   Uno degli strumenti per intervenire sulla crescente disuguaglianza pare essere il Reddito Minimo Garantito (RMG).  Recentemente il parlamento Europeo con la Risoluzione del 17 gennaio 2017 ha affrontato il tema definendo il RMG come “mezzo di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale e strumento di piena e libera partecipazione dell’individuo alla realtà sociale e produttiva cui appartiene”.

Da idea utopica il RMG comincia a divenire ipotesi concreta.  Alcuni paesi hanno iniziato a pensare ad una sua applicazione sperimentale (Scozia, Finlandia, India). La diffusione dell’idea come strumento di trasformazione sociale è confermata anche dallo straordinario successo ottenuto del referendum tenutosi nella Confederazione Svizzera lo scorso anno. L’apertura del Parlamento Europeo che “mette in evidenza l’importanza di regimi adeguati di reddito minimo per preservare la dignità umana e lottare contro la povertà e l’esclusione sociale, così come il loro ruolo, quale forma di investimento sociale che consente alle persone di partecipare alla società e intraprendere percorsi di formazione e la ricerca di un lavoro” impone che il tema divenga centrale nel dibattito politico nazionale. Tenuto conto altresì dell’invito del Parlamento agli Stati membri a valutare l’adozione di regimi di reddito minimo nell’Unione europea.