Mauro Pascolini

Mauro Pascolini Future Forum UdMauro Pascolini è professore o di Geografia all’Università degli studi di Udine, è impegnato in particolare in tematiche di ricerca che riguardano il paesaggio, lo sviluppo locale, la valorizzazione del territorio, la partecipazione, i territori montani e il rischio naturale, concretizzandole in numerose pubblicazioni.

Attualmente è responsabile scientifico della redazione del Piano Paesaggistico Regionale del Friuli Venezia Giulia; fa parte del comitato scientifico di Dolomiti Unesco ed è presidente di Rete Montagna, una associazione internazionale che mette insieme enti ed istituti di ricerca sulla montagna. Un suo lavoro, Le Alpi che cambiano (2008), è stato segnalato al premio internazionale Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”.

«Il paesaggio è un patrimonio valoriale che non è solo legato agli ambienti aperti, ma anche a quelli urbani che stanno generando nuovi paesaggi, figli di nuove culture e nuovi abitanti, ma pure di nuovi degradi».

 

Nuovi paesaggi urbani tra qualità, valore, appartenenza e degrado

Negli ultimi tempi il tema del paesaggio è tornato al centro dell’interesse non solo di diverse discipline ma anche del più vasto pubblico ed anche degli attori che governano il territorio impegnati nella gestione di un paesaggio sempre più complesso e multidimensionale. In questo contesto ad esempio molte regioni sono impegnate nella redazione dei Piani Paesaggistici o alla loro revisione. Anche la Regione Friuli Venezia Giulia è impegnata nella redazione de piano che se è focalizzato principalmente in ambito non urbano tocca alcune questioni nodali che coinvolgono proprio il costruito quale fra tutte quelle del consumo di suolo e dei nuovi volti che la città assume soprattutto nella aree di frangia e di contatto con gli spazi aperti. Ma non solo, il paesaggio e specie quello urbano sta conoscendo dei fenomeni molto interessanti sia per la riscoperta di antichi usi, basti pensare al tema degli orti urbani, sia per l’arrivo di nuovi abitanti portatori di nuove culture e di nuovi paesaggi.

Non solo quindi una città sostenibile, smart, tecnologica, ma pure una città dove il paesaggio possa esprimere il suo volto che può e deve alimentare il senso di appartenenza delle comunità e tribù che popolano la città sia da residenti che da fruitori. Il paesaggio così diventa un interlocutore vitale e non un semplice comprimario che fornisce sfondi di diversa qualità.