Future Forum/4 Exit o integrazione nel futuro d’Europa?

«Alla base della brexit c’è sicuramente un problema economico di fondo». Magnus Ryner, Head of Department of European and International studies al King’s College London, cittadino svedese che vive e lavora a Londra ha inquadrato così l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione europea (slide). Oggi, nell’appuntamento che il Future forum ha dedicato al Futuro dell’Europa: exit o integrazione? L’analisi di quanto successo con la scelta degli inglesi e degli scenari delineatisi dopo quel voto in Europa. Ad approfondire il tema, assieme a Ryner e moderati dal direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier, Ettore Recchi, professore di sociologia a Sciences Po Parigi e PhD in Social and Political Sciences dell’European University Institute, Claudio Giua, Digital Strategy Advisor del Gruppo Espresso, Emanuele Ferragina, professore a Sciences Po Paris, Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale.

«Quando il mercato unico è stato creato – ha spiegato Ryner – c’erano dei benefici per gli stati: c’è stato un report che prevedeva un effetto di crescita della ricchezza tra il 4,5 e il 7% del Pil, nell’Europa a 15, negli anni ‘70 con la crisi della burocrazia europea, e tra l’86 e il 2005 si è passati al 2,4%. Negli ultimi anni un crollo allo 0,8%. Se il mercato unico non può dare crescita economica – ha evidenziato Ryner – abbiamo un problema. Certo la comunicazione può essere una criticità, ma quella vera è trovare un modo per far crescere economicamente l’Europa». Sul problema di comunicazione che ha toccato diversi avvenimenti internazionali, inaspettati soprattutto per i media, l’intervento di Giua. «Se ci fosse stata un’analisi seria di quelle che erano le interazioni sui social, negli Usa qualcosa si sarebbe capito – ha detto -. I media nel caso della Brexit, delle elezioni Usa hanno totalmente fallito. Perché? Perché continuiamo a seguire quelli che sono i vertici, i partiti, le attività delle grandi organizzazioni, gli eventi pubblici, televisivi che non sono quello che la gente continua a scambiarsi sui social». «L’Europa – ha poi aggiunto Ferragina – ha un problema fondamentale: non è un popolo. La brexit non è odio verso l’immigrato, ma dobbiamo fare attenzione al fatto che non si è mai creato uno spirito solidaristico». Visioni pessimistiche ma anche formule per rilanciare l’Europa come quelle formulate Ryner «forse- ha detto – abbiamo bisogno di tornare a una nuova costituente».